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Storie di olio in Campania: Marco Rizzo

Storie di olio in Campania: Marco Rizzo

C’era una volta un ragazzo cilentano che voleva diventare un artista. Così partì dal minuscolo borgo natio, Felitto, per affrontare e conoscere la grande città, Roma, e studiare là Letteratura, Musica e Spettacolo.
Alla fine della storia, il ragazzo, Marco Rizzo, è ancora ragazzo, dato che solo 32 anni, ma si dedica ad un altro genere d’arte: produce olio di grande qualità nella piccola azienda che porta il suo nome.

Marco, aspetto da alternativo, mente da contadino e obblighi da imprenditore, la sua terra, in realtà, non l’ha lasciata mai. Non con la testa. Anche quando studiava a Roma, ritornava a Felitto nel periodo della raccolta, perché il richiamo degli olivi si faceva sentire forte dentro di lui, e nella grande città provava a vendere l’olio di famiglia nei mercatini facenti capo al movimento Genuino Clandestino. Alla coltura dell’olivo e alla produzione dell’olio si era appassionato quasi senza saperlo, tanto da decidere, in seguito, di far ritorno a casa e dedicarsi anima e corpo alla sistemazione e alla coltivazione dei terreni di famiglia.

Oggi lavora trenta ettari, per la maggior parte olivetati, in cui ha avviato il recupero di varietà autoctone come la Nostrale, la Rotondella e la Carpellese, sottraendo, in alcuni casi, le piante all’incuria totale, che aveva fatto sì che fossero ingoiate dai rovi. Un patrimonio che per Marco non poteva né doveva andare perduto, benché conservarlo richiedesse enormi sacrifici personali.

La sua giovane azienda, avviata nel 2013, produce quattro etichette di extravergine biologico, da olive raccolte ancora verdi ed esclusivamente sulla pianta. Tre sono monocultivar: Incipit, di Nostrale, Impronta, di Rotondella, e Talismano, di Carpellese. Racconto è invece il nome del blend. Da quest’anno l’azienda si è dotata di un proprio frantoio di ultima generazione, dopo essersi affidata, negli anni precedenti, per la molitura, a due punti di riferimento della produzione dell’olio in Campania: Nicolangelo Marsicani e Germano Monzo.

Marco li considera i suoi maestri, insieme a Gaetano Avallone, “padre” di tutti gli assaggiatori d’olio; è grazie ai loro consigli, oltre che alla propria dedizione, che oggi si è incamminato sulla via dell’alta qualità, tanto che, a dispetto della giovane età, ha già mietuto riconoscimenti (Impronta, per esempio, ha ricevuto nel 2017 le Tre Foglie nella guida Oli d’Italia del Gambero Rosso).

 

Ora sta allestendo una sala degustazione dove organizzare presentazioni e concorsi e impiantare un punto vendita, perché il rapporto con il consumatore gli sta a cuore: bisogna raccontarsi, incontrare le persone, far conoscere il prodotto e far percepire le differenze con gli oli di qualità inferiore venduti a prezzi impossibili, creare consapevolezza. E magari anche cogliere l’occasione per promuovere un territorio che ha delle incredibili bellezze da offrire: a Felitto Marco Rizzo si occupa anche di offrire servizi turistici per i visitatori delle Gole del Calore, un’area protetta di 120 ettari, tra le più affascinanti e le meno conosciute della Campania.

E anche se al momento la produzione è piccola, le difficoltà grandi, il confronto con la burocrazia difficile, per un ragazzo che si sente ancora contadino più che imprenditore ma sa di doversi adeguare al nuovo ruolo, anche se al momento è ancora tutto in fieri, compresa la ricerca di canali di vendita, Marco ti impressiona, quando lo incontri, per il suo entusiasmo e la sua passione. Si vede e si sente che ama ciò che fa, e del resto avrebbe potuto scegliere di fare altro; si capisce che si impegna per raggiungere il massimo risultato, affidandosi a chi è più esperto di lui ma seguendo anche i propri sogni, e che in lui quell’anima “alternativa” che il suo aspetto rivela convive egregiamente con la volontà di imparare, l’applicazione e dunque la disciplina.

Ma si percepisce, parlando con lui, anche altro: che coltiva non solo olivi, ma anche speranze. Cosa che, negli abitanti di questa regione, e soprattutto delle sue zone meno note e meno urbanizzate, non finisce di stupirmi.

fonte: Campania Ferax